Contro le Piste Ciclabili - Al fianco degli Indiani
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Contro le Piste Ciclabili - Al fianco degli Indiani
Strano a dirsi, per un pedalatore urbano.
Ma le piste ciclabili non mi sono mai piaciute. Mi sanno di ghetto. O "riserva", se preferite.
Del genere in cui l'uomo bianco ha chiuso i nativi d'america, scacciati dalle loro terre e messi li. Per preservarli.
Come se qualcuno vi si insediasse in casa e per la vostra sicurezza vi impedisse di abbandonare il tinello.
No, così non va.
Ogni strada porta da qualche parte e non ha nessun padrone.
Il fatto che ogni nastro d'asfalto sia dato in pasto ai mezzi a motore non fa parte dell'evoluzione naturale, piuttosto si dovrebbe parlare di insana aberrazione.
Non è il ciclista che deve essere protetto, è l'auto che deve essere messa in condizione di non nuocere.
Ogni pista ciclabile costruita è un lager. E chi vede nei lager una vittoria della società ha bisogno di cambiare oculista.
Ascolta ancora una volta il canto della mia libertà, uomo bianco:
Le Colline Nere non sono in vendita.
Cris(noWayTheBlackHillsAreNotForSale)
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