Qualche riflessione sull'Autunno
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Qualche riflessione sull'Autunno
Quando si parla seriamente di bicicletta è quasi necessario inquadrare mentalmente una classica estiva. Gente piegata a silurotto su specialisime in policarbonato espanso soffiato da mastri vetrai di murano che fanno 60 km/h. In salita.
E allora giù a spolverare mountabbaic pluridecennali per lanciarsi nella meravigliosa arsura della bella stagione. Tanto c'è bel tempo, fa caldo, andare in bicicletta è addirittura piacevole.
Certi masochisti non li capirò mai.
A chi vuol provare lo spirito della pedalata-mantra mi sento di consigliare una strada come quella nella foto. I colori come quelli in foto. La nebbia come quella in foto.
L'autunno è un luogo, più che una stagione. O forse un metafisico non-luogo dove è bello andare per non andare da nessuna parte.
Muoversi secondo direttive note o ignote non fa differenza.
Un bosco che costeggia tornanti di montagna, magari trafficate strade cittadine. Affondare la faccia nell'umidità appena accennata di questa mezzastagione è bello ovunque.
Anche cercare la mediazione tra la temperatura di fuori e quella di dentro. Specie se in petto divampa un incendio.
Perchè l'autunno non spegne, ne fomenta. Ma culla ciò che cresce e non lascia brace fino alla consunzione.
Aspettando l'inverno, per pedalare col ghiaccio sulle mani, godiamoci la culla del vino e il clima adatto a cercare noi stessi.
Da oggi, 22 settembre.
Ah, dimenticavo: è anche il compleanno di Bilbo e Frodo Baggins.
Cris(mithrandir)
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