Bicicletta in Circumvesuviana - ATTO PRIMO
Pagina 1 di 1
Bicicletta in Circumvesuviana - ATTO PRIMO
Alla cortese attenzione del
Direttore Generale di Circumvesuviana S.r.l.
Ing. Dott. Antonio Sarnataro
e per conoscenza
Al Direttore del Consorzio Unicocampania
Al Ministero delle Infrastutture e Trasporti,
Castello di Cisterna, lì 11 febbraio 2008
Gentile Direttore,
chi le scrive è uno studente-lavoratore, cliente da anni del servizio trasporti Circumvesuviana. Mi definisco, per educazione e senso civico, un cliente modello. Rispettoso dei regolamenti e sempre attento all'uso corretto e civile dei servizi.
Detto questo vorrei metterLa al corrente di un episodio incorso sabato 02 febbraio 2008 intorno alle ore 15:00, ai varchi della stazione della Circum di Napoli-Porta Nolana.
Di ritorno da una manifestazione ciclistica, quindi con bici al seguito e munti di abbonamento Unico Week End, io e (omissis) esibendo i predetti abbonamenti chiedevamo il permesso per accedere alla banchina e quindi al treno per Pomigliano D'Arco, chiedendo di poter utilizzare il varco per diversamente abili/bagagli ingombranti, al fine di non recare danno ai tornelli attraverso cui le biciclette sarebbero passate, ma con estrema difficoltà.
Accolta la richiesta da parte della signora addetta veniamo però bloccati, in maniera anche piuttosto brusca (però mai sgarbata) da un signore, suppongo vostro dipendente, con mostrina al braccio recante la dicitura VIGILANZA. Il signore ci intima di non poter lasciarci passare con bici al seguito.
Un pò sbigottito chiedo spiegazioni, dato che per la prima volta mi si impedisce di accedere ad un servizio per cui, tra l'altro, ho regolare titolo.
Il signore della vigilanza mi rinfaccia che non si può PER REGOLAMENTO.
Alla mia richiesta di quale fosse la norma che prevedesse il divieto di accesso delle biciclette ai treni, il vigilante si corregge e invece di REGOLAMENTO parla di DIRETTIVA. Alla mia nuova richiesta di spiegazioni che argomento raccontando che molte altre volte chiedendo debito permesso al capotreno ho imbarcato le bici, il vigilante sostituisce di nuovo DIRETTIVA con DISCREZIONE DEL CAPOTRENO.
A questo punto, alquanto disorientato, chiedo dove fosse possibile trovare il capotreno. Il vigilante mi dice di cercare nella vettura di testa del treno che devo prendere. Appiedato, attraverso il varco in direzione del treno Napoli - Baiano in cerca del responsabile che ancora non è in vettura. Incontro però il macchinista al quale espongo il problema. Anche lui, disponibilissimo, mi dice che il problema non si è mai verificato e che essendo un treno praticamente vuoto
(era quello le 15:18 di sabato) gli sembrasse strano che le bici fossero state bloccate al varco.
Nel frattempo sopraggiunge il capotreno, al quale da principio racconto la vicenda, mi sorride e mi chiede dove sarei dovuto scendere. Rispondo e mi dice di avvisare il vigilante che per lui non ci sarebbe stato nessun problema nel trasportare due biciclette purchè ben legate e nelle piattaforme "di snodo" (in cui, tra l'altro, le ho sempre sistemate). Faccio una corsa rapida fino ai tornelli, il treno era in partenza, per "rassicurare" il vigilante sull'accordo preso col capotreno. Lui alza le spalle e dice che va bene. Sempre di frettissima attraversiamo il varco e riusciamo a prendere il treno per il rotto della cuffia.
Esposta la vicenda, avrei qualche domanda porLe:
Seppure attento a norme e regolamenti, c'è la possibilità che qualcosa mi sia sfuggito. Qual'è la norma del regolamento della Circumvesuviana che VIETA il trasporto di biciclette nelle vetture sotto la diretta responsabilità del proprietario?
Se esiste invece una DIRETTIVA ( ..e mi chiedo come sia io tenuta a conoscerla se non esposta chiaramente alla clientela ne pubblicata su internet) è lecito che questa venga applicata a discrezione?
Per mia consolidata abitudine di viaggiatore ogni volta che mi sono spostato, in Italia e all'estero, con bici al seguito ho sempre chiesto per correttezza se il mio mezzo non creasse intralcio, anche su quei convogli recanti l'apposito pittogramma di "TRASPORTO BICICLETTE". Ed ho sempre saputo chiaramente quando invece la bicicletta fosse CATEGORICAMENTE esclusa e con essa ogni sorta di carrello, passeggino per bebè o bagaglio che superasse date misure.
Devo confessare che però solo in occasione del citato episodio sono venuto a conoscenza di questa norma del REGOLAMENTO, anzi di una DIRETTIVA, anzi di una SCELTA A DISCREZIONE.
Chiedo solo, come cliente scrupoloso, quale sia la parola ultima riguardo ad una faccenda tanto semplice da diventare di colpo complicata.
Viene da se che una integrazione regolamentata fra i due mezzi NON INQUINANTI per eccellenza (treno+bici) possa essere di tutto giovamento per la cittadinanza napoletana, e quelle di tutta la rete Circumvesuviana.
Certo di un Suo autorevole riscontro
Le invio Cordialissimi Saluti
Cris(firmato&indirizzato)
Direttore Generale di Circumvesuviana S.r.l.
Ing. Dott. Antonio Sarnataro
e per conoscenza
Al Direttore del Consorzio Unicocampania
Al Ministero delle Infrastutture e Trasporti,
Castello di Cisterna, lì 11 febbraio 2008
Gentile Direttore,
chi le scrive è uno studente-lavoratore, cliente da anni del servizio trasporti Circumvesuviana. Mi definisco, per educazione e senso civico, un cliente modello. Rispettoso dei regolamenti e sempre attento all'uso corretto e civile dei servizi.
Detto questo vorrei metterLa al corrente di un episodio incorso sabato 02 febbraio 2008 intorno alle ore 15:00, ai varchi della stazione della Circum di Napoli-Porta Nolana.
Di ritorno da una manifestazione ciclistica, quindi con bici al seguito e munti di abbonamento Unico Week End, io e (omissis) esibendo i predetti abbonamenti chiedevamo il permesso per accedere alla banchina e quindi al treno per Pomigliano D'Arco, chiedendo di poter utilizzare il varco per diversamente abili/bagagli ingombranti, al fine di non recare danno ai tornelli attraverso cui le biciclette sarebbero passate, ma con estrema difficoltà.
Accolta la richiesta da parte della signora addetta veniamo però bloccati, in maniera anche piuttosto brusca (però mai sgarbata) da un signore, suppongo vostro dipendente, con mostrina al braccio recante la dicitura VIGILANZA. Il signore ci intima di non poter lasciarci passare con bici al seguito.
Un pò sbigottito chiedo spiegazioni, dato che per la prima volta mi si impedisce di accedere ad un servizio per cui, tra l'altro, ho regolare titolo.
Il signore della vigilanza mi rinfaccia che non si può PER REGOLAMENTO.
Alla mia richiesta di quale fosse la norma che prevedesse il divieto di accesso delle biciclette ai treni, il vigilante si corregge e invece di REGOLAMENTO parla di DIRETTIVA. Alla mia nuova richiesta di spiegazioni che argomento raccontando che molte altre volte chiedendo debito permesso al capotreno ho imbarcato le bici, il vigilante sostituisce di nuovo DIRETTIVA con DISCREZIONE DEL CAPOTRENO.
A questo punto, alquanto disorientato, chiedo dove fosse possibile trovare il capotreno. Il vigilante mi dice di cercare nella vettura di testa del treno che devo prendere. Appiedato, attraverso il varco in direzione del treno Napoli - Baiano in cerca del responsabile che ancora non è in vettura. Incontro però il macchinista al quale espongo il problema. Anche lui, disponibilissimo, mi dice che il problema non si è mai verificato e che essendo un treno praticamente vuoto
(era quello le 15:18 di sabato) gli sembrasse strano che le bici fossero state bloccate al varco.
Nel frattempo sopraggiunge il capotreno, al quale da principio racconto la vicenda, mi sorride e mi chiede dove sarei dovuto scendere. Rispondo e mi dice di avvisare il vigilante che per lui non ci sarebbe stato nessun problema nel trasportare due biciclette purchè ben legate e nelle piattaforme "di snodo" (in cui, tra l'altro, le ho sempre sistemate). Faccio una corsa rapida fino ai tornelli, il treno era in partenza, per "rassicurare" il vigilante sull'accordo preso col capotreno. Lui alza le spalle e dice che va bene. Sempre di frettissima attraversiamo il varco e riusciamo a prendere il treno per il rotto della cuffia.
Esposta la vicenda, avrei qualche domanda porLe:
Seppure attento a norme e regolamenti, c'è la possibilità che qualcosa mi sia sfuggito. Qual'è la norma del regolamento della Circumvesuviana che VIETA il trasporto di biciclette nelle vetture sotto la diretta responsabilità del proprietario?
Se esiste invece una DIRETTIVA ( ..e mi chiedo come sia io tenuta a conoscerla se non esposta chiaramente alla clientela ne pubblicata su internet) è lecito che questa venga applicata a discrezione?
Per mia consolidata abitudine di viaggiatore ogni volta che mi sono spostato, in Italia e all'estero, con bici al seguito ho sempre chiesto per correttezza se il mio mezzo non creasse intralcio, anche su quei convogli recanti l'apposito pittogramma di "TRASPORTO BICICLETTE". Ed ho sempre saputo chiaramente quando invece la bicicletta fosse CATEGORICAMENTE esclusa e con essa ogni sorta di carrello, passeggino per bebè o bagaglio che superasse date misure.
Devo confessare che però solo in occasione del citato episodio sono venuto a conoscenza di questa norma del REGOLAMENTO, anzi di una DIRETTIVA, anzi di una SCELTA A DISCREZIONE.
Chiedo solo, come cliente scrupoloso, quale sia la parola ultima riguardo ad una faccenda tanto semplice da diventare di colpo complicata.
Viene da se che una integrazione regolamentata fra i due mezzi NON INQUINANTI per eccellenza (treno+bici) possa essere di tutto giovamento per la cittadinanza napoletana, e quelle di tutta la rete Circumvesuviana.
Certo di un Suo autorevole riscontro
Le invio Cordialissimi Saluti
Cris(firmato&indirizzato)
Aggiornamento 01
Primo Intoppo:
Al numero di telefono dell'ufficio informazioni della Circumvesuviana, esposto preventivamente il problema, mi hanno detto di SCRIVERE UNA LETTERA chiedendo spiegazioni (quella che si può leggere su) indirizzata alla Direzione. Per l'invio sarebbe stato sufficiente consegnarla ad una QUALSIASI STAZIONE della Circum, facendosi rilasciare una ricevuta.
Così ho cercato di fare, ma quando ho esposto la richiesta al responsabile di stazione mi ha correttamente informato che NON ESISTONO RICEVUTE PER UN CASO SIMILE.
Da miei accertamenti telefonici è risultato vero, l'ufficio informazioni mi ha riferito una castroneria.
A meno che, per inciso, di non voler fare UN RECLAMO.
Insomma dovrei solo protestare. Ma io non protesto affatto.
Chiedere una semplice informazione è quanto di più difficile possa esserci, roba da sport estremo.
Domani parte una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Ai prossimi sviluppi.
Cris(pudorato)
Al numero di telefono dell'ufficio informazioni della Circumvesuviana, esposto preventivamente il problema, mi hanno detto di SCRIVERE UNA LETTERA chiedendo spiegazioni (quella che si può leggere su) indirizzata alla Direzione. Per l'invio sarebbe stato sufficiente consegnarla ad una QUALSIASI STAZIONE della Circum, facendosi rilasciare una ricevuta.
Così ho cercato di fare, ma quando ho esposto la richiesta al responsabile di stazione mi ha correttamente informato che NON ESISTONO RICEVUTE PER UN CASO SIMILE.
Da miei accertamenti telefonici è risultato vero, l'ufficio informazioni mi ha riferito una castroneria.
A meno che, per inciso, di non voler fare UN RECLAMO.
Insomma dovrei solo protestare. Ma io non protesto affatto.
Chiedere una semplice informazione è quanto di più difficile possa esserci, roba da sport estremo.
Domani parte una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Ai prossimi sviluppi.
Cris(pudorato)
Argomenti simili
» Bicicletta in Circumvesuviana - ATTO SECONDO
» Circumvesuviana: ultimo atto.
» Circumvesuviana, ma davvero non ci si riesce?
» Passeggiando In Bicicletta
» La Bicicletta del dottore
» Circumvesuviana: ultimo atto.
» Circumvesuviana, ma davvero non ci si riesce?
» Passeggiando In Bicicletta
» La Bicicletta del dottore
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.